28 dicembre 1788

FASEMO FILO’

Filastroca giazzada (come la laguna)

(titolo arbitrario finchè non trovo quel giusto)

«Ne contava i nostri veci
che dell’ano otantaoto
se podeva andar de troto
su pel giazzo a cavalcar.
O che bel afar
che belissimo afar
là su per l’acqua a caminar…».

Chi portava dei vin
coi seci e con barili
a sacchi più di mìle
se vedeva de pan
con cariole e co civiere
vegniva i comestibili.
Le par cose incredibili
vel zuro da cristian.
Molti se divertiva
col ziogar a le carte
e da tute le parte
la zente a spazizar:
Chi magnava e beveva,
chi mascherai balava.
E molti se ne andava
a Mestre per disnar.».

«Sior Marcheto in salizada
un fiantin tropo azardoso
tuto un scosso l’è andà basso
e a tornar de sora al giazzo
l’ha dovudo tribolar …»

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Potrei sopravvivere alla scomparsa di tutte le cattedrali del mondo, non potrei mai sopravvivere alla scomparsa del bosco che vedo ogni mattina dalla mia finestra.

— Ermanno Olmi, regista

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