Scarpette rosse

FASEMO FILO’

Scarpette rosse e riccioli biondi

di Joice Lussu

(dalla Rivista “Il Ponte” – 1960)

C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco”;
c’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buchenwald;
più in là c’è un mucchio di riccioli biondi
di ciocche nere e castane
a Buchenwald;
servivano a far coperte per i soldati;
non si sprecava nulla,
e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nelle camere a gas;
c’è un paio di scarpette rosse
di scarpette rosse per la domenica
a Buchenwald:
erano di un bambino di tre anni,
forse tre anni e mezzo;
chi sa che colore erano gli occhi
bruciati dai forni,
ma il suo pianto lo possiamo immaginare:
si sa come piangono i bambini;
anche i suoi piedini
li possiamo immaginare:
scarpa numero ventiquattro
per l’eternità,
perché i piedini dei bambini morti non crescono;
c’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald
quasi nuove,
perchè i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.

 

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“quam nemorum dictorum le Comugne et nemorum nostrum banditorum teneantur et obligati sint relasare in ronchatis sive robore, que in futurum noscantur esse apta et comoda pro arsenatu nostro et navibus”
(trad. di Lucio Susmel: “che chiunque tagli nei boschi detti le Comugne e nei nostri boschi banditi sia obbligato a rilasciare nelle radure e nelle tagliate tutti i semenzali e gli alberi di quercia rovere che in futuro possano essere adatti e comodi all’arsenale nostro e alle navi”).

— tratto dalla Legge 1475 del Magistrato sopra le legne della Repubblica Serenissima di Venezia, Lucio Susmel: I rovereti di pianura della Serenissima CLEUP 1994

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