Ai piedi dei Colli Euganei

EVENTI

Ai piedi dei Colli Euganei

L’escursione annuale dell’associazione Terra Antica quest’anno si svolgerà Sabato 4 Maggio 2013 proprio ai piedi dei Colli euganei secondo il seguente programma.

– h. 8,00 – Partenza da Favaro V.to;
(parcheggio  Centro Commerciale ‘La Piazza);
– h. 9,15 – Battaglia Terme: Visita guidata del Museo della Navigazione fluviale;
– h. 11,30 – Arquà, visita del laghetto e  del centro storico di Arquà Petrarca;
– h. 13,00: pranzo presso Ristorante “da Giulio el bigolaro”;
– h. 15,00 – Visita del giardino e della Villa Barbarigo Valsanzibio;
– Eventuale visita di una cantina;
– h. 19,30 circa – Rientro a Favaro V.to.

Le prinicpali mete sono qui di seguito succintamente descritte.

1. Il Museo della navigazione fluviale di Battaglia Terme.
 “Battaglia è stata per secoli un punto fondamentale nella navigazione interna del Veneto ed è potuta diventare un importante centro industriale proprio per la sua posizione geografica alla confluenza di vari canali, che sono di origine antichissima…
I canali e la loro navigazione sono sempre stati parte integrante della storia di Battaglia, a cui hanno consentito di mantenere le-gami con Padova e Venezia, anche in momenti storici in cui i collegamenti erano difficili.
L’attività del trasporto univa Battaglia non solo alle città più vici-ne, ma anche alla Lombardia, all’Emilia e ai porti dell’Adriatico fino a Trieste…
Attorno all’attività dei ‘barcari’ ruotava l’economia di una zona piuttosto vasta: i Colli per il trasporto della trachite e del calcare, le campagne della bassa padovana per il carico del grano, delle barba-bietole, del tabacco…” (Brano tratto dalla pubblicazione “Il Museo Civico della Navigazione Fluviale di Battaglia Terme”).
 
2. Villa Barbarigo Pizzoni Ardemani
La villa, di struttura semplice, era un tempo raggiungibile tramite canali anche da Venezia, attraverso la Valle di Sant’Eusebio, da cui la località prende il nome.
Fatta costruire da Francesco Zuane Barbarigo,  i lavori si protrasse-ro per sette anni dopo la morte prematura del committente, fino al 1669 grazie al figlio Antonio Barbarigo, procuratore veneziano, e al primogenito Gregorio (che diventerà prima cardinale, poi santo), secondo il progetto dell’architetto e fontaniere pontificio Luigi Bernini.
 
Il Giardino di Valsanzibio
Il giardino contiene ben settanta statue con motti didascalici incisi sul basamento, eseguite da Enrico Merengo, tra cui si ricordano la personificazione del Tempo, Endimione, Argo, Tifeo e Polifemo. Il parco è percorso da sentieri che conducono alle fontane (in tutto sedici, tra cui quelle dei Fiumi, di Eolo, dei Venti), al labirinto in bosso, ai laghetti, peschiere, ruscelli e giochi d’acqua, alla galleria dei carpini e a piccole costruzioni.
Vi sono circa 800 piante, tra cui diverse specie arboree piuttosto rare: almeno 24 varietà di conifere, 16 di alberi a foglia perenne, 24 a foglia caduca e altri tipi di arbusti (vedi elenco a pag. 3.)
Il giardino della villa è stato recentemente insignito del premio internazionale “Il più bel giardino d’Europa”.

Storia del Giardino
Valsanzibio, uno dei maggiori giardini d’epoca esistenti, fu portato all’attuale splendore, nella seconda metà del Seicento, dal nobile veneziano Zuane Francesco Barbarigo, aiutato dal figlio Antonio. Il primogenito Gregorio, cardinale e futuro santo, ispirò l’alta simbo-logia del progetto dovuto all’architetto e fontaniere Pontificio Luigi Bernini. Settanta statue, in buona parte opera del Merengo ed al-trettante sculture minori si integrano ad architetture, ruscelli, ca-scate, fontane, laghetti, scherzi d’acqua e peschiere, fra innumere-voli alberi ed arbusti, su ben quindici ettari di superficie. Tale in-sieme venne concepito ed attuato per simboleggiare il cammino dell’uomo verso la propria perfettibilità e salvazione.

 Il credito maggiore di questo sito sta nella ricca dotazione vegetale che fa bella mostra di almeno 800 tipi di piante le più importanti sono quelle riportate nell’elenco seguente.

Una breve anticipazione dei segreti del giardino in questo filmato.

 Elenco delle specie botaniche ospitate nel giardino di Valsanzibio
(rivisto e annotato da Pino Sartori)

Conifere
Picea abies (= P.excelsa) (abete rosso o peccio )
Cedrus atlantica  (cedro dell’Atlante)
Cedrus libani (cedro del Libano)
Cedrus deodara (cedro dell’Himalaya)
Pinus strobus (pino bianco americano o p. di Weymouth)
Pinus sylvestris
Pinus excelsa wallichiana (pino dell’Himalaya)
Pinus pinea (pino domestico o da pinoli)
Pinus virginiana (pino degli Appalachi)
Araucaria excelsa (dalla Nuova Caledonia)
Chamaecyparis lawsoniana (o Cupressus Lawsoni)
Taxodium distichum (cipresso delle paludi o cipresso calvo)
Cupressus sempervirens pyramidalis
Cupressus arizonica fastigiata
Juniperus communis (ginepro)
Thuya grandiflora (note anche come arborvitaes albero della vita)
Thuya occidentalis var. “filiformis”
Thuya decurrens
Thuya gigantea
Libocedrus decurrens (o Calocedrus d. =  cedro della California o cedro dell’incenso )
Taxus baccata (tasso o albero della morte)
Taxus fastigiata (o T. pyramidalis)
Taxus virginiana
Wellingtonia gigantea (sequoia gigante)
Sequoia sempervirens (sequoia sempreverde)

Alberi a foglia perenne
Magnolia grandiflora
Magnolia grandiflora var. “Gallissoniesis”
Quercus ilex  (leccio)
Cryptomeria japonica
Crataegus glabra (o Photinia serrulata)
Prunus lusitanica (lauro del Portogallo)
Prunus laurus cerasus
Laurus nobilis
Ilex aquifolium
Ilex aquifolium argentea marginata
Olea europea
Olea fragans (osmanto odoroso)
Buxus sempervirens
Buxus sempervirens elegantissima variegata
Mespilus germanica (nespolo comune)
Eriobotrya japonica (nespolo giapponese)

Alberi a foglia caduca
Juglans regia
Albizia julibrissin
Acer negundo var. a foglie variegate (acero americano)
Acer platanoides (acero riccio)
Aesculus hippocastanum
Aesculus hippocastanum rubicunda
Alnus glutinosa (ontano nero o “onaro”)
Populus nigra italica (pioppo cipressino o italico)
Populus nigra var. “pyramidalis”
Carpinus betulus (carpino)
Fagus sylvatica var. “latifolia purpurea major”
Fagus sylvatica var. “tricolor”
Ulmus minor  (olmo campestre o carpinifolia)
Magnolia denudata var.“yulan conapicus”(magnolia cinese)
Magnolia japonica purpurea
Paulownia imperialis
Lagerstroemia indica rubra
Hibiscus syriacus (ibisco cinese)
Corylus avellana (nocciolo)
Quercus robur (farnia) var. “pyramidalis”
Robinia pseudoacacia (gasìa o cassia) var. “bessoniana”
Sophora japonica var. “pendula”

 
Arbusti ornamentali a foglia perenne e caduca
Ligustrum lucidum o japonicum (?)
Myrtus communis (mirto)
Aucuba japonica var. “variegata”
Aranci Limoni Marangole (?)
Chimonanthus fragrans = Calycanthus praecox (Calicanto o  fiore d’inverno) 
Cotoneaster salicifolia flocoosa (cotonastro)
Nerium oleander (oleandro)
Wisteria chinensis (glicine)
Jasminum officinale (gelsomino comune o dei poeti)
Jasminum fructicans (gelsomino giallo)
Trachelospermum jasminoides (gelsomino stellato o falso)
Deutzia crenata magnifica
Forsythia intermedia
Vinca major
Lonicera japonica (caprifoglio del Giappone)
Lonicera caprifolium var. “verna”
Gynerium argenteum (erba delle pampas)
Hydrangea hortensis (ortensia)
Ruscus aculeatus  (pungitopo)

 

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Tra Cordovado e Venchieredo, a un miglio dei due paesi, v’è una grande e limpida fontana che ha anche voce di contenere nella sua acqua molte qualità refrigeranti e salutari. Ma la ninfa della fontana non credette fidarsi unicamente alle virtù dell’acqua per adescare i devoti e si è recinta d’un così bell’orizzonte di prati di boschi e di cielo, e d’una ombra così ospitale di ontani e di saliceti che è in verità un recesso degno del pennello di Virgilio questo ove le piacque di porre sua stanza. Sentieruoli nascosti e serpeggianti, sussurrio di rigagnoli, chine dolci e muscose, nulla le manca tutto all’intorno. È proprio lo specchio d’una maga, quell’acqua tersa cilestrina che zampillando insensibilmente da un fondo di minuta ghiaiuolina s’è alzata a raddoppiar nel suo grembo l’immagine d’una scena così pittoresca e pastorale. Son luoghi che fanno pensare agli abitatori dell’Eden prima del peccato; ed anche ci fanno pensare senza ribrezzo al peccato ora che non siamo più abitatori dell’Eden.

— Ippolito Nievo, Le confessioni d’un italiano

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