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La prima volta senza Gert
di Cornelia Hoffmann
Da quando ho il filmato di Terra Antica su mio padre, tutti gli anni vado in qualche scuola sarda in occasione del Giorno della memoria per ricordare ai ragazzi la nostra promessa: perché non succeda mai più…(ahimè).
Per qualche minuto prima della visione del DVD e dopo, facevamo sempre un collegamento Skype con papà, in modo che i ragazzi si rendessero conto che non si stava parlando di “storia” bensì di realtà; l’altro scopo del collegamento – inutile negarlo – era quello di rendere papà partecipe della sua stessa testimonianza. E dei buoni risultati nelle scuole vi ho già scritto.

Gert Hoffmann incontra i ragazzi di un liceo dopo la visione del diapofilm prodotto da Terra Antica
Fino all’anno scorso sarebbe stato teoricamente possibile tutto questo anche senza il filmato di Terra Antica (in pratica no, io non sono una docente, non so trovare accesso alla sensibilità dei ragazzi).
Avevo diversi timori in più quest’anno: i ragazzi si sarebbero sentiti toccati e coinvolti anche senza vedere e sentire l’”eroe” di cui si parla? La risposta è sì: il filmato si è confermato efficace ed “autoportante” per i ragazzi, è fatto apposta per loro, può toccare le loro corde.
L’altro timore invece non poteva essere annullato: la prima volta senza Gert…mentre alla fine della proiezione del filmato raccontavo ai ragazzi la genesi del filmato non ho potuto (e nemmeno voluto) nascondere la mia commozione.
Ora veramente non potrei portare nelle scuole la testimonianza, senza il vostro lavoro di qualche anno fa.
Non finirò mai di ringraziarvi abbastanza.
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Per le strade correvano le automobili, in parte corazzate, e davano la caccia ai pedoni, li schiacciavano riducendoli in poltiglia, li spiaccicavano contro i muri delle case. Capii subito: era la lotta fra gli uomini e le macchine, preparata da molto tempo, da molto tempo attesa e temuta e finalmente scoppiata. Dappertutto morti straziati, dappertutto automobili schiacciate, contorte, mezzo bruciacchiate e in alto sopra quel groviglio uno sfrecciare di velivoli contro i quali si sparava dai tetti e dalle finestre con moschetti e mitragliatrici. Su tutti i muri vi erano manifesti eccitanti che, a lettere cubitali, ardenti come fiaccole, esortavano la nazione a prendere finalmente la parte degli uomini contro le macchine, ad accoppare finalmente i ricchi grassi, ben vestiti e profumati, i quali con l’aiuto delle macchine spremevano il grasso dal prossimo, ad accopparli insieme con le loro grandi automobili dal rombo maligno e diabolico, a incendiare finalmente le fabbriche e a ripulire e spopolare la terra violentata affinchè vi ricrescesse l’erba, e quel mondo polveroso di cemento potesse ridiventare prato, foresta, brughiera, fiume e palude.