EVENTI
Terre, acque, macchine
Geografie della bonifica in Italia tra Ottocento e Novecento
presentazione pubblica del libro di Federica Letizia Cavallo
Treviso, giovedì 22 marzo 2012 ore 18
Fondazione Benetton Studi Ricerche, Spazi Bomben
Via Cornarotta, 7, 31100 Treviso
tel. 0422 5121
In occasione della “Giornata mondiale dell’acqua”, la Fondazione, in collaborazione con il CICA (Centro Internazionale Civiltà dell’Acqua), propone la presentazione pubblica di un libro sul tema: Terre, acque, macchine. Geografie della bonifica in Italia tra Ottocento e Novecento, il recente lavoro di Federica Letizia Cavallo, edito da Diabasis nel 2011.
Con l’autrice ne discuterà Marco Tamaro, direttore della Fondazione Benetton Studi Ricerche.
In questo volume la giovane geografa milanese indaga il vasto paesaggio geoculturale delle bonifiche nelle pianure italiane tra XIX e XX secolo, ragionando in particolare sulla bonifica come dispositivo di costruzione e pianificazione del territorio, ma anche come impronta di modernità impressa sulle campagne, simboleggiata dalle macchine idrovore e dalle geometrie delle terre sottratte alle acque.
Cavallo analizza inoltre le ragioni economiche, socio-sanitarie e propagandistiche che hanno sostenuto una tale trasformazione, comparandole con le problematiche ambientali e territoriali a essa conseguenti.

Escavo di un canale di bonifica nella prima metà del sec. XX°
Il geografo di Ca’ Foscari Francesco Vallerani ha accompagnato l’edizione con una Introduzione in cui rimarca la riflessione sulle paradossalmente inconciliabili elaborazioni culturali che hanno avuto per oggetto i territori di bonifica: dalla demonizzazione delle zone umide, a una successiva visione ecocentrica e naturalistica.
L’incontro rappresenta anche il primo di una serie di appuntamenti mensili, curati da Massimo Rossi (Fondazione Benetton), dedicati alla presentazione di libri pertinenti ai vari ambiti di interesse della Fondazione.
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Tra Cordovado e Venchieredo, a un miglio dei due paesi, v’è una grande e limpida fontana che ha anche voce di contenere nella sua acqua molte qualità refrigeranti e salutari. Ma la ninfa della fontana non credette fidarsi unicamente alle virtù dell’acqua per adescare i devoti e si è recinta d’un così bell’orizzonte di prati di boschi e di cielo, e d’una ombra così ospitale di ontani e di saliceti che è in verità un recesso degno del pennello di Virgilio questo ove le piacque di porre sua stanza. Sentieruoli nascosti e serpeggianti, sussurrio di rigagnoli, chine dolci e muscose, nulla le manca tutto all’intorno. È proprio lo specchio d’una maga, quell’acqua tersa cilestrina che zampillando insensibilmente da un fondo di minuta ghiaiuolina s’è alzata a raddoppiar nel suo grembo l’immagine d’una scena così pittoresca e pastorale. Son luoghi che fanno pensare agli abitatori dell’Eden prima del peccato; ed anche ci fanno pensare senza ribrezzo al peccato ora che non siamo più abitatori dell’Eden.