FASEMO FILO’
Una cosa talmente bella
[…] il mio maestro mi assicurava che “un uomo colto, a differenza di un ignorante, conosce il motivo per cui l’acqua scorre verso il basso”. Io non avevo nessun desiderio di essere quel tipo di uomo colto: ero felice che l’acqua scorresse, potevo guardarla per ore, ascoltare il suo gorgoglio fra i ciottoli, vederla bagnare il verde brillante delle piante palustri. Non mi importava sapere perché scorresse: ero del tutto convinto che vi fossero delle ottime ragioni per una cosa talmente bella.
[Da “Il velo dissolto” di George Eliot]
[Proposta per Cipressina in festa 2013 e letta dalla Compagnia Sette Nani nell’incontro “Per un contratto di fiume del Marzenego-Osellino” Organizzato da storiAmestre, La Salsola, Comitato allagati di Favaro Veneto]
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Tra le cose, pure, che muovevano molto la fantasia, c’era il Piave. Il Piave era per me insieme un piacere visivo e un piacere acustico, coi suoi vari rametti gorgoglianti tra le pietre bianche con questi colori straordinari del fondo, viola, azzurro, verde. E quello che era un rametto di fiume, nè largo nè profondo, diventava come il fiume segreto del cuore dell’Africa. Sugli ottocento metri mettiamo del greto, il fiume rappresentava solo cento metri. Tutto il resto era ghiaia, questa ghiaia cotta dal sole, con bei sassi tondi, e lì si aveva proprio il senso del deserto. Dico bene: il senso del deserto, quale l’ho ritrovato nei vari deserti dell’Africa.