Le prime trattrici agricole a motore costruite alla fine del XIX° secolo

RICERCHE

Le prime trattrici agricole a motore costruite alla fine del XIX° secolo
di Paolo Amirante

L’agricoltura ha subito profondi cambiamenti, ma è nel XIX° secolo che avviene la vera svolta nel mondo occidentale, con l’invenzione del motore a scoppio che segna un passaggio decisivo in molti settori produttivi: la forza uomo e la forza animale sono sostituite da quella meccanica generata per combustione da una macchina motrice. La prima trattrice risale all’anno 1892 negli USA, ma la prima trattrice italiana viene costruita nel 1911 dall’ing. Ugo Pavesi.
La trattrice denominata P4, progettata dall’ingegnere veronese Ugo Pavesi nel 1918, oltre ad essere il primo trattore italiano a quattro ruote motrici (e tra i primi al mondo), presentava altre soluzioni innovative ed avveniristiche, quali le grandi ruote di uguale diametro ed il doppio telaio snodato (cfr. Fig. 1).

Trattrice agricola denominata P4, progettata dall'ingegnere veronese Ugo Pavesi nel 1918.

Fig. 1: Trattrice agricola denominata P4, progettata dall’ingegnere veronese Ugo Pavesi nel 1918.

La macchina si distinse subito nei vari concorsi, tra i quali quello di Lendinara nel 1920, poi a Mantova nell’anno successivo e quindi a Milano nel 1929. In particolare la sua mobilità si dimostrò appieno a Verona nel 1931 sulle sabbie umide delle golene dell’Adige. Se da una parte le sue caratteristiche permettevano simili prestazioni fino ad allora mai viste, dall’altra ne aumentavano la complessità di gestione e soprattutto il prezzo: nel 1929 il prezzo di un P4 si attestava sulle 45.000 lire italiane, mentre un più rustico Landini testa calda ne costava 27.000; il modello non trovò tuttavia successo presso i piccoli e medi coltivatori. A dimostrazione della bontà del progetto iniziale, il P4 rimase in produzione, nelle tre versioni agricole, dal 1918 al 1942 e venne prodotto su licenza in diverse nazioni europee. Nel 1920 venne offerto anche in versione autocarro “Pavesi P4”.
Nel 1932 l’Opera Nazionale Combattenti acquistò 70 trattrici per le opere di bonifica agraria dell’Agro Pontino. Tuttavia si deve alla Ford il lancio del primo vero trattore industriale con la denominazione “Fordson” nel 1917.

Fig. 2: Nel 1927 Francesco Cassani realizza la prima trattrice agricola al mondo con motore diesel.

Fig. 2: Nel 1927 Francesco Cassani realizza la prima trattrice agricola al mondo con motore diesel.

Nel 1927 Francesco Cassani realizza la prima trattrice agricola al mondo con motore diesel: un bicilindrico orizzontale da 12,7 litri, con potenza di 40 CV a 450 giri/min. e nel 1942, dopo anni di esperienza nella progettazione di motori diesel d’avanguardia e pompe di iniezione, Francesco Cassani con il fratello Eugenio crea a Treviglio la SAME (Società Accomandita Motori Endotermici). La possibilità di poter utilizzare potenze mai pensate prima, stimola perciò la progettazione e la costruzione di attrezzature e macchine per tutte le esigenze di lavorazioni dal terreno a per tutte le cure colturali (cfr. Fig.2).

In breve tempo l’attività agricola diventa di tipo industriale nell’Europa occidentale, negli Stati Uniti, in Canada e in Australia. Nei Paesi che non si possono permettere gli alti costi delle macchine ( Europa dell’Est, Sud America, Africa ed Asia) restano grandi superfici non coltivate, anche se coltivabili.
Pertanto, anche se lo sviluppo della meccanizzazione ha uno stampo anglosassone, occorre ricordare che le primissime macchine agricole, comparse nel XVII° secolo, sono il frutto dell’ingegno italiano. In breve tempo l’attività agricola diventa di tipo industriale nell’Europa occidentale, negli Stati Uniti, in Canada e in Australia. Nei Paesi che non si possono permettere gli alti costi delle macchine ( Europa dell’Est, Sud America, Africa ed Asia) restano le grandi superfici non coltivate, anche se coltivabili. Dopo venti anni di prove di prototipi, le industrie Ford furono in grado di fornire agli agricoltori americani trattrici più leggere, facili da riparare, semplici nella manutenzione, a prezzi accessibili. Una vera rivoluzione per il settore e un grande successo per l’azienda.

Fig. 3: In Italia, nel 1930, le industrie Landini costruirono il primo trattore con motore a testa calda.

Fig. 3: In Italia, nel 1930, le industrie Landini costruirono il primo trattore con motore a testa calda.

In Italia, nel 1930, le industrie Landini costruirono il primo trattore con motore a testa calda, ben utilizzato nelle grandi opere di bonifica e di dissodamento (cfr. Fig. 3)

Infatti, nell’anno 1924, un motore monocilindrico a testa calda viene applicato ad un primo prototipo e nell’anno 1932 entra in produzione il modello 40 CV, rivolto alle grandi aziende terriere.
Nell’anno 1934 viene messo in produzione il Super-Landini e il nuovo trattore si rivela un grande successo commerciale; con 48 cavalli è il più potente trattore dell’epoca di produzione nazionale, e tale resterà fino al primo dopoguerra. Gli unici a produrre modelli di potenza pari o leggermente superiore sono le industrie gli Stati Uniti, ma i loro prodotti sono più pesanti e afflitti da scarsa affidabilità ed, in particolare, hanno la tendenza a spegnersi.
Nel 1911, Harry Ferguson fonda la propria azienda con il nome di Harry Ferguson Limited. Nel 1938 entra in società con Henry Ford con cui produce il Fordson 9N e successivamente il Ferguson TE20.
Una nuova società nasce dalla fusione della Massey-Harris e dalla Harry Ferguson Limited avvenuta nel 1953 con il nome di Massey-Harris-Ferguson; in seguito (dal 1957) verrà eliminato il nome Harris.
Nel 1958 grazie all’impresa di Edmund Hillary (raggiunse il Polo Sud via terra con l’utilizzo di tre trattori modificati Ferguson TE20) le vendite aumentarono. Nello stesso anno si ebbero le prime trattrici Massey-Ferguson, il MF 35 e il MF 6 (cfr. Fig. 4).

 

Fig. 4: Nel 1958 l'americana Massey-Ferguson produce le tratttrici MF 35 e il MF 6 che invasero i mercati di tutto il mondo occidentale.

Fig. 4: Nel 1958 l’americana Massey-Ferguson produce le tratttrici MF 35 e il MF 6 che invasero i mercati di tutto il mondo occidentale.

==============================================================Fonte Georgofili info

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Tra le cose, pure, che muovevano molto la fantasia, c’era il Piave. Il Piave era per me insieme un piacere visivo e un piacere acustico, coi suoi vari rametti gorgoglianti tra le pietre bianche con questi colori straordinari del fondo, viola, azzurro, verde. E quello che era un rametto di fiume, nè largo nè profondo, diventava come il fiume segreto del cuore dell’Africa. Sugli ottocento metri mettiamo del greto, il fiume rappresentava solo cento metri. Tutto il resto era ghiaia, questa ghiaia cotta dal sole, con bei sassi tondi, e lì si aveva proprio il senso del deserto. Dico bene: il senso del deserto, quale l’ho ritrovato nei vari deserti dell’Africa.

— Dino Buzzati

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