Venezia: dalla creta ai laterizi

RICERCHE

Venezia: dalla creta ai laterizi

 di Anna Maria Ferraguti e Ettore Aulisio

foto di Luigina Gottardo

L’argilla per fondazioni e cisterne
Masse di argilla allo stato grezzo furono per secoli impiegate a Venezia nella costruzione delle fondazioni degli edifici e delle cisterne di acqua piovana destinata agli usi domestici.
Per quanto riguarda le fondazioni degli edifici con l’argilla si riempivano le fosse, scavate sotto il livello delle acque lagunari, in cui venivano infisse le palificazioni. L’argilla creava una protezione impermeabile ai tronchi d’albero preservandoli dai possibili processi di marcimento.
L’argilla, sempre per le sue proprietà impermeabilizzanti, era anche utilizzata per rivestire le pareti esterne delle cisterne sotterranee, impedendo in tal modo l’infiltrazione di acque salmastre.

Santa Maria Materdomini1 – Venezia, Santa Maria Mater Domini: palazzo duecentesco in stile veneto-bizantino, costruito utilizzando mattoni di terracotta

I laterizi
Per molti secoli, a Venezia e in tutte le isole lagunari, gran parte degli edifici e manufatti furono costruiti interamente o prevalentemente in legno ed altri materiali vegetali (le ‘grisiole’). Tali tipi di costruzioni erano naturalmente soggette agli incendi provocati soprattutto dai sistemi di riscaldamento e di illuminazione allora in uso. Gli incendi a volte assunsero carattere devastante minacciando di distruggere gli agglomerati urbani che sorgevano nelle varie isole: basti ricordare che nell’anno 1174 il fuoco distrusse nella sola città di Venezia circa tremila case!
Per eliminare – o per notevolmente ridurre – la minaccia di distruzione provocata dagli incendi, a partire dal XIII secolo a Venezia si preferì utilizzare pietre e laterizi per la costruzione degli edifici, soprattutto per le strutture esterne, limitando l’impiego del legno alle strutture interne (travature, tramezzi, soffitti) e per alcuni elementi d’integrazione esterna (liagò, barbacani, altane). Con l’argilla proveniente dalle cave della terraferma erano fabbricati i laterizi (mattoni, tegole ed altri elementi di terracotta) che, almeno nei primi tempi, venivano cotti in diverse fornaci funzionanti all’interno della città, come ricordano antichi toponimi ancora esistenti: “ponte della crea” a Cannaregio,“calle della crea” e rio e fondamenta “de la fornace” nei pressi della chiesa della Salute.
In una città come Venezia dove tutti i materiali dovevano essere importati da altre zone, non si doveva sprecare nulla e quindi si riutilizzava, seppure con qualche adattamento, quello che già si aveva a disposizione. Diversi materiali pertanto furono riutilizzati in costruzioni, anche più volte a distanza di secoli; è questo il caso delle “altinelle”, i piccoli mattoni di epoca romana che dopo la distruzione di Altino furono usati prima a Torcello, e poi reimpiegati a Venezia nelle prime costruzioni veneto-bizantine e successivamente in quelle gotiche e rinascimentali.

Palazzo Contarini del Bovolo

2 – Venezia, Palazzo Contarini del Bovolo…particolare uso del laterizio nella torre scalare.

Elementi decorativi in cotto
Nella costruzione degli edifici, sin dal medio evo, ebbe modo di manifestarsi un particolare aspetto della mentalità veneziana: il gusto per la decorazione con l’utilizzo, a scopo ornamentale, di laterizi dalle forme particolari. Ne sono un tipico esempio sia le pareti esterne delle absidi delle chiese di San Marco e di San Donato a Murano, in cui fu utilizzato del cotto dalla prevalente forma triangolare, sia alcuni archi di ingresso di abitazioni e le cuspidi triangolari che a volte li sovrastano.
Altro elemento decorativo medievale in cotto sono le merlature poste sui muri di cinta dei cortili, come ad esempio a Ca’ Foscari, a palazzo Giustinian, alla Ca’ d’Oro; i “merli”, pur essendo di forme elaborate, si fondono con la muratura che le sorregge creando motivi ornamentali di piacevole aspetto.

Murano Pieve di Sandonato

3 – Murano: decorazione in cotto dell’abside della chiesa di San Donato

Masse di argilla allo stato grezzo furono per secoli impiegate a Venezia nella costruzione delle fondazioni degli edifici e delle cisterne di acqua piovana destinata agli usi domestici.
Per quanto riguarda le fondazioni degli edifici con l’argilla si riempivano le fosse, scavate sotto il livello delle acque lagunari, in cui venivano infisse le palificazioni. L’argilla creava una protezione impermeabile ai tronchi d’albero preservandoli dai possibili processi di marcimento.
L’argilla, sempre per le sue proprietà impermeabilizzanti, era anche utilizzata per rivestire le pareti esterne delle cisterne sotterranee, impedendo in tal modo l’infiltrazione di acque salmastre.

La decorazione in cotto dei merli del cortile di Ca' Foscari

4 – Venezia, Palazzo di Ca’ Foscari: la decorazione in cotto dei merli del cortile

Particolare dell'esterno del Mulino Stucky a Venezia

5 – Venezia, particolare dell’esterno del  Mulino Stucky

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Tra Cordovado e Venchieredo, a un miglio dei due paesi, v’è una grande e limpida fontana che ha anche voce di contenere nella sua acqua molte qualità refrigeranti e salutari. Ma la ninfa della fontana non credette fidarsi unicamente alle virtù dell’acqua per adescare i devoti e si è recinta d’un così bell’orizzonte di prati di boschi e di cielo, e d’una ombra così ospitale di ontani e di saliceti che è in verità un recesso degno del pennello di Virgilio questo ove le piacque di porre sua stanza. Sentieruoli nascosti e serpeggianti, sussurrio di rigagnoli, chine dolci e muscose, nulla le manca tutto all’intorno. È proprio lo specchio d’una maga, quell’acqua tersa cilestrina che zampillando insensibilmente da un fondo di minuta ghiaiuolina s’è alzata a raddoppiar nel suo grembo l’immagine d’una scena così pittoresca e pastorale. Son luoghi che fanno pensare agli abitatori dell’Eden prima del peccato; ed anche ci fanno pensare senza ribrezzo al peccato ora che non siamo più abitatori dell’Eden.

— Ippolito Nievo, Le confessioni d’un italiano

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