Grisiola

VOCABOLARIO LAGUNARE

Grisiola

di Pino Sartori

Grisiola, sf. graticciato di canna palustre (Fragmites australis).

Canneto_Osellino

Canneto lungo il canale del Marzenego-Osellino prima di sfociare in laguna di Venezia

La canna palustre è una pianta erbacea perennante, munita di un grosso rizoma orizzontale ipogeo generalmente con stoloni allungati fino a 6-10 m, talora epigei e radicanti ai nodi.
Culmi eretti, lisci, cilindrici e fragili, alti fino a 3 m e di 1(2) cm di diametro, fistolosi negli internodi e fogliosi fino all’infiorescenza, non persistenti durante l’inverno.
Foglie lanceolato-lineari, larghe fino a 2-3 cm, di colore grigiastro o verde glauco, di consistenza cartilaginea, spesso spinescenti all’apice e con margini scabri e taglienti per la presenza di di piccoli aculei rivolti verso il basso. Esse sono spesso disposte perpendicolarmente nella parte apicale del culmo.
Infiorescenza riunita in un’ampia pannocchia ricca di colore bruno-violaceo, generalmente unilaterale, lunga 10-40 cm, inclinata nella maturazione.
Il Fragmites popola paludi, sponde dei laghi, argini dei fiumi, stagni, fossi, in acque poco profonde, ambienti umidi anche lievemente salmastri, da 0 a 1200 (max 2000) m s.l.m
(tratto da http://www.actaplantarum.org/)

La grisiola é un elemento costruttivo realizzato ovviamente là dove la risorsa naturale delle canne palustri è abbondante e dove l’attività di raccolta è ancora fiorente (ad es. nelle zone umide del Delta del Po).

Anche in laguna di Venezia le canne palustri sono elementi comuni della vegetazione e del paesaggio lagunare, anche se nell’ultimo secolo la crescente salinità dell’ambiente acqueo per i forti influssi delle maree entranti, ha comportato una costante riduzione della presenza di questa pianta che predilige le foci dei fiumi in laguna e le acque dolci delle zone umide interne come le ex cave.

Il dizionario del dialetto veneziano di Giuseppe Boerio ci ricorda le funzioni ed usi delle “grisiole” ai suoi tempi: usi prevalentemente lagunari dove serviva a delimitare le aree da pesca temporanee (la segregazione perenne degli specchi acquei era assolutamente proibita), e la costruzione dei percorsi per il pesce che veniva catturato durante le migrazioni stagionali, nei “lavorieri” costruiti appunto con i graticci di canne palustri.

Boerio_Grisiola

Le “grisiole venivano utilizzate anche negli orti lagunari, spesso battuti dal vento di bora, o esposti ad insolazioni forti su suoli sabbiosi, per proteggere le piantagioni di verdure ed ortaggi dagli agenti atmosferici con graticci sostenuti da pali.

Grisiole o arelle a tutela delle colture degli orti dell'estuario.

Grisiole o arelle a tutela delle colture degli orti dell’estuario.

La canna palustre era l’elemento costruttivo delle dimore provvisorie dei pescatori nelle valli da pesca che si costruivano i caratteristici “casoni” alcuni ancor oggi visibili nella laguna di Caorle .

Casone di pescatori

Casone di pescatori

Non erano rare però anche nella gronda lagunare veneziana costruzioni più stabili, generalmente autocostruzioni civili utilizzate da persone di basso reddito, con il tetto interamente manufatto di fasci di canne.

La grisiola di canna era anche l’elemento principale del nascondiglio (“coeja” o coveglia) del cacciatore di valle per essere più prossimo con la sua barca alle zone di sosta degli uccelli acquatici migratori.

Nell’edilizia lagunare e veneta fino anche alla prima metà del XX° si afferma anche una tecnica che usa le “grisiole” nella costruzione dei solai delle abitazioni le cui strutture in legno vengono riempite di graticci di canne e calce e ricoperte poi dagli intonaci(sotto) e tavolame (sopra).

Casone come abitazione civile

Casone come abitazione civile

Questa tecnica è stata recentemente riscoperta dalla cosiddetta “bioedilizia” che la ripropone come più sana per l’uso di materie prime naturali, più economica, più ecologica, e termicamente più efficace; in una parola più sostenibile ambientalmente perchè fatta di materie prime di fonte rinnovabile.

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(…) una solenne armonia spandersi confusamente fra le selve, gli augelli, gli armenti, i fiumi e le fatiche degli uomini e intanto spirava l’aria profumata dalle esalazioni che la terra esultante di piacere mandava dalle valli e dai monti.

— Ugo Foscolo, Le ultime lettere di Jacopo Ortis (1798)

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