Sviluppo (in poesia)

SVILUPPO

Asfalti e cementi
dovunque, sulle terre più fertili.

Diossine, polveri sottili,
nelle biosfere lordate, nell’ozono bucato,
da energie sprecate, cancerogene.

Chimica industriale…
invece che naturale.

Nelle mutazioni genetiche-nucleari
di granaglie e farine impazzite.
Nei pesticidi fosforescenti irrorati
su ortaggi, uve, mele fuori stagione,
abnormi e supercolorati…

Nelle uova, nelle carni e nel latte
di animali … e di PERSONE … drogate.

Acque incontenibili, 
chissà come esorbitanti ?
nelle campagne e città allagate.

O del tutto assenti
in terreni desertificati
dalla  ottuse voracità delle macchine
di agricoltori, di commercianti,
di “urbanisti” disumanati….

Acque altissime,
onde anomale, isole di plastica
nei mari surriscaldati.

Acque veloci e morte 
nei fiumi pensili-cementificati
invece che nel   Grembo della terra …
rigenerante.

Dove invece
mega talpe finanziarie e meccaniche
scavano  trincee tombali
ed interminabili, lubriche gallerie

concepite in torri di acciaio e di vetro
che raggiungono le nuvole…ma

senza finestre …
per isolarsi dalle arie avvelenate.

Sempre condizionate

per impedire
all’Estate di arrostire
e all’Inverno di congelare
chi là dentro ci vorrebbe abitare…

Sempre illuminate
per negare agli umani
il sano riposo della notte,
e la divinità di un cielo stellato…

Come ai croceristi stipati
in 5000 a bordo di mega condomini navali
per inseguire… 24 ore al giorno…

mitiche felicità
ed infatuazioni extraterritoriali collettive
risolte in allucinanti alimentazioni continue…
come nei crudeli allevamenti
di insani polli insonni…

TUTTO QUESTO
i TECNICI ACEFALI,
gli INTELLETTUALI RINCOGLIONITI,
i BANCHIERI SUINI,
i POLITICI CORROTTI,

trasversali oligarchi in GRUPPO,

INCAPACI DI
INTENDERE E DI VOLERE
il BENE COMUNE…

INVECE CHE BABELE …

LO CHIAMANO  SVILUPPO ! ! !

 (Massimo Marco Rossi)

==============================================================

“Nec ignoro ingrati ac segnis animi existimari posse merito, si obiter atque in transcursu ad hunc modum dicatur terra omnium terrarum alumna eadem et parens, numine deum electa quae caelum ipsum clarius faceret, sparsa congregaret imperia ritusque molliret et tot populorum discordes ferasque linguas sermonis commercio contraheret ad conloquia et humanitatem homini daret breviterque una cunctarum gentium in toto orbe patria fieret.”
(trad. “Non ignoro poter essere ritenuto con ragione di un animo ingrato e pigro, se si parlasse brevemente ed incidentalmente in questo modo della terra nutrice e allo stesso tempo madre di tutte le terre, scelta per volere degli dei affinché rendesse più brillante il cielo stesso, riunisse le potenze sparse e placasse i riti e portasse al dialogo e con lo scambio del linguaggio le diverse e incolte parlate di tanti popoli e desse dignità all’uomo e in breve perché fosse una la patria di tutte le genti sul mondo intero.”)

— Plinio il Vecchio, Naturalis Historia; Libro 03, & 39

Questa voce è stata pubblicata in Fasemo filò. Contrassegna il permalink.