FASEMO FILO’
Xe Pasqua xe Pasqua
che caro che go’
se magna la fugassa
e se beve el coco’!
So andada in cusina
e go visto l’agneo
se vede che se usa
magnar anca queo!
(raccolta da Roberta Poggi)
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Tra le cose, pure, che muovevano molto la fantasia, c’era il Piave. Il Piave era per me insieme un piacere visivo e un piacere acustico, coi suoi vari rametti gorgoglianti tra le pietre bianche con questi colori straordinari del fondo, viola, azzurro, verde. E quello che era un rametto di fiume, nè largo nè profondo, diventava come il fiume segreto del cuore dell’Africa. Sugli ottocento metri mettiamo del greto, il fiume rappresentava solo cento metri. Tutto il resto era ghiaia, questa ghiaia cotta dal sole, con bei sassi tondi, e lì si aveva proprio il senso del deserto. Dico bene: il senso del deserto, quale l’ho ritrovato nei vari deserti dell’Africa.