Storie di migranti italiani

RICERCHE

Storie di migranti italiani

di Ettore Aulisio

Nei faldoni dell’Archivio Municipale di Favaro Veneto sono contenuti diversi documenti che trattano alcuni problemi relativi all’emigrazione italiana degli ultimi decenni dell’Ottocento e dei primi decenni del Novecento: si tratta di appunti su fogli volanti, di circolari manoscritte e dattiloscritte, di pubblicazioni e di vari stampati inviati ai Comuni del Regno dalle Autorità Governative centrali e periferiche. 

Di seguito riporto il contenuto di tre Circolari riguardanti: a) lo sfruttamento dei minori in Francia; b) l’arruolamento clandestino di migranti; c) il contegno degli operai italiani n Svizzera. 

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1. Lo sfruttamento dei minori: alcune circolari del 1909 denunciano la tratta dei minori effettuata da trafficanti senza scrupoli a favore delle vetrerie francesi, soprattutto di quelle che operavano nella zona di Lione. I bambini, venduti dai genitori a trafficanti non si sa se italiani e francesi, venivano sfruttati e mal pagati dagli industriali d’oltre Alpi e venivano fatti vivere in condizioni molto disagevoli. Di seguito è trascritto il testo integrale di una Circolare dattiloscritta emanata dalla R.Prefettura di Venezia; in Archivio è conservata anche una circolare manoscritta emanata dalla Questura di Venezia con lo stesso testo.

Trafficanti di bambini nella seconda metà del XIX sec.

Per un approfondimento si possono consultare in internet i seguenti siti:

https://altritaliani.net/bambini-vetrai-una-drammatica-pagina

http://www.roccadarce.com/Tratta dei Bambini.htm

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R. PREFETTURA DELLA PROVINCIA DI VENEZIA

Venezia li 30 novembre 1909

Ai Signori Sindaci della  Provincia 

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Oggetto:

Minorenni impiegati nelle vetrerie francesi.

Il Commissariato Generale dell’emigrazione ha dovuto, in varie riprese, constatare la speculazione delittuosa, che viene fatta, segnatamente in alcune Provincie del Regno, da incettatori di minorenni per il loro impiego in vetrerie francesi.

Lo stesso Commissariato espone che da risultanze di inchieste compiute e da notizie fornite dal R. Console Generale di Lione è emerso che i deboli minorenni, per essere sfruttati nel nocivo lavoro delle vetrerie, sogliono essere incettati e ceduti mediante ignominiosi contatti, stipulati fra incettatori e genitori.

Così i poveri fanciulli sono costretti per due anni all’estero, privati della loro libertà, spesso maltrattati, mentre la parte maggiore del loro guadagno viene assorbita dagli incettatori, i quali, per assicurarsi questo lucro, pagano una quota mensile, quasi un frutto, agli inumani geniteri.

E’ necessario quindi che si represso con energiche misure l’ignominioso mercato e che il rigore della Legge colpisca coloro che, per amore di lucro, hanno fatto o si attentano di fare illecito e vergognoso smercio di giovine vite.

Interesso perciò le S.S. L.L. a voler spiegare una vigile e rigorosa azione per impedire il ripetersi della lamentata speculazione.

La facilità colla quale avviene l’espatrio di questi minorenni se da un lato constata la deficienza di qualsiasi sentimento di affetto da parte dei genitori, dimostra evidentemente da parte dei Sindaci un colpevole inerzia, se non peggio, nella repressione di questa tratta, poiché nei piccoli paesi, dove nella massima parte numerose si reclutano le povere vittime, la notizia del loro ingaggio e della loro partenza non può restare ignota.

Prego le S.S. L.L. di segnarmi ricevuta della presente, dandomi assicurazione di esatto adempimento

Il   P r e f e t t o

Nasalli

[documento dattiloscritto]

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2. Arruolamento clandestini: alcune circolari avvisano i Sindaci e la popolazione il verificarsi di arruolamenti irregolari di emigranti; di seguito si trascrive il testo di una Circolare manoscritta inviata nel 1909 dalla Questura di Venezia ai Sindaci e agli Uffici di P.S..

Per un approfondimento si posso consultare in internet i seguenti siti:

http://www.agoravox.it/Quando-i-clandestini-eravamo-noi,6706.html;

http://www.ilgiocodeglispecchi.org/libri/scheda/il-cammino-della-speranza-lemigrazione-clandestina-degli-italiani-nel-secondo-dopoguerra

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R. QUESTURA DI VENEZIA

Venezia  7 DICEMBRE1909

Signori Sindaci del Circondario ed Uffici P.S. di Venezia      

Arruolamenti clandestini per la colonizzazione del Texas.

Il Commissariato dell’emigrazione fa presente che certo Antonino Benedetti fu Salvatore da Patti, sedicente Barone di Altomonte, si adopera a procurare emigranti per la colonizzazione del Texas.

E poiché le operazioni di emigranti che dal Bendetti direttamente o indirettamente fossero già fatte o fossero per essere iniziate al riguardo cadrebbero in contravenzione degli art. 13 e 18 della legge sulla emigrazione, detto Commissariato interessa siano adottati opportuni provvedimenti nell’intento di impedire gli arruolamenti clandestini medesimi.

Prego quindi le S.V. di informarmi di ogni eventuale tentativo di arruolamento che fosse per verificarsi in codesta giurisdizione all’intento su espresso e favorirà accusare intanto ricevuta della presente.

Il Questore

Gervasi

[documento manoscritto]

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c – Riprorevole contegno degli operai italiani in Svizzera: in varie occasioni le Autorità Governative inviarono ai Sindaci, in particolare dell’Italia settentrionale, segnalazioni di comportamenti ‘riprorevoli’ di immigrati italiani in Svizzera; effettivamente l’integrazione dei nostri lavoratori in quella Nazione fu sempre molto difficile, anche in periodi più recenti; noi non siamo in grado di giudicare se per colpa degli emigrati italiani o per colpa degli svizzeri.

In questa sede riproponiamo la lettura del seguente articolo:

https://www.atistoria.ch/atis/atis25/lemigrazione-italiana13.html

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R. PREFETTURA DELLA PROVINCIA DI VENEZIA

Venezia li 13 Gennaio 1913

Ai Signori Sindaci della  Provincia 

Riservata

Oggetto:Riprovevole contegno degli operai italiani in Svizzera.

Da notizie pervenute dall’estero risulta che gli Italiani residenti nel Cantone di Zurigo, ispecie, ma in genere in tutta la Svizzera, si vanno attirando antipatie col promuovere troppo di frequente scioperi, che le condizioni della mercede abituale non giustifica e durante i quali gli scioperanti sogliono abbandonarsi ad atti di violenza, che costituiscono veri e propri attentati alla libertà del lavoro.

In diverse località gli Svizzeri si mostrerebbero ormai proclivi a reagire contro l’elemento italiano immigrato in quel paese, e già si parla anzi di liberare la Svizzera dalla imposizione della mano d’opera italiana.

Poiché tale fatto arrecherebbe notevole nocumento ai nostri operai, usi a recarsi all’estero in cerca di lavoro, così sarebbe necessario far penetrare nelle masse operaie emigranti, sia temporaneamente, sia stabilmente in Svizzera, la persuasione che, perseverando sulla via in cui si sono messe, non potrebbero alla fine trovare che il proprio danno, mentre arrecherebbero altresì danno morale e materiale alla Patria.

Reputerei pertanto opportuno che le SS. LL., nell’ambito del rispettivo Comune, si adoperassero al fine di porre sull’avviso i nostri operai della minaccia che loro sovrasta, minaccia che difficilmente potrebbero stornare le avvedutezze Diplomatiche e l’opera del Governo Italiano.

Gradirò un cenno di ricevuta della presente.

per il Prefetto

Benedetti

[documento dattiloscritto]

 

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Sono molte le cose da fare, ma l’errore è pensare solo a grandi opere, utili magari alla politica spettacolo, ma non alla vita di tutti i giorni. Bisognerebbe invece cominciare dal piccolo, dalle piste cliclabili, dai giardini, dai mille minimi interventi per ricucire il tessuto urbano, a partire dalla periferia fino al cuore delle città, E naturalmente bandire le automobili dai centri cittadini. Riacquistare insomma uno sguardo più lungo.

— Renzo Piano (architetto), la Repubblica, 20 maggio 2012

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